1 Infrabike solitaria, per una nuova meta che evidentemente suscitava la curiosità di pochi
2 Salgo su asfalto deserto, con clima inizialmente un pò troppo caldo e con troppi insetti molesti
3 La salita su bitume, snobbata da molti, è in realtà una delle più suggestive che si possano fare, in assenza di veicoli a motore
4 Le marmotte attraversano tranquille la strada, un pericolo per chi scende
5 Breve pausa nei pressi del lago Agnel
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7 Lago Agnel e lago Serrù
8 Raggiungo il colle del Nivolet sulla scia di alcuni bitumari che qui si fermano
9 Mi avvio sul sentiero che sale al lago Rosset, inizialmente molto impegnativo per la pendenza.
10 Poi "solo" impegnativo, sempre comunque pedalabile e divertente
11 Continuo a salire, e raggiungo i laghi Trebecchi
12 Per il momento si continua a pedalare, su fondo ottimo
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15 La traccia si fa a volte ripida, ma la difficoltà maggiore diventa la quota, ormai a 2900
16 Intravedo la meta, e sono sempre in bici!
17 Un colatoio zeppo di neve mi costringe a piedi, e bagnati!
18 Sono rimasto l'unico escursionista umano
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20 Ancora un nevaio, e poi bici in spalla, su per un pendio ripidissimo
21 Faticando non poco, arrivo infine ai 3093m del col Leynir
22 Quel che avanza del ghiacciaio del Vaudalettaz
23 Dopo un lungo riposo, mi avvio perr rientrare: la via crucis della salita diventa una spassosa e spettacolare discesa, per nulla difficoltosa
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27 Un lieve contrattempo mi costringe a rientrare velocemente su asfalto; il sentiero Chabod, che peraltro conosco già, sarà per la prossima volta, che non mancherà di sicuro!